Avv. Alessandro Zanetti
Case Study
Un altro caso interessante è quello che ha riguardato un’azienda che non era riuscita a recuperare un credito nei confronti di una società in nome collettivo in quanto, dopo la pronuncia della sentenza, avvenuta dopo molti anni dall’inizio della causa, la società ed i soci erano falliti ed il patrimonio si era rivelato insufficiente a soddisfare i creditori.
A quel punto, l’amministratore della mia cliente, scoraggiato dalla sequenza degli eventi, si era rivolto al mio studio per un parere.
L’analisi del caso consentiva di scoprire che un ex socio della fallita non era stato coinvolto nel fallimento ed era stato proprietario di diversi immobili prima di trasferirli alla moglie in occasione della separazione avvenuta da qualche anno. La moglie, dal canto suo, aveva poi costituito un trust familiare a favore dei figli nel quale erano stati conferiti i beni immobili.
Il trasferimento dei beni immobili in sede di separazione era avvenuto al fine di provvedere, per il passato e per il futuro, al pagamento dell’assegno di mantenimento in favore di moglie e figli. Nel trust inoltre erano state date disposizioni per l’attribuzione dei beni ai figli beneficiari del trust dopo la morte del dichiarante. In questo modo i coniugi avevano trovato il modo per nascondere i patrimonio ai creditori e anticipare alcuni effetti della successione.
Il caso si presentava piuttosto complesso e, tuttavia, il fatto che non fossero ancora trascorsi cinque anni dalla separazione consentiva di introdurre una causa contro l’ex socio insieme alla moglie ed ai figli e chiedere la revoca degli atti di trasferimento di immobili e di costituzione di trust chiedendo l’applicazione dell’art. 2901 del codice civile.
Si tratta di quella norma per cui il creditore, a determinate condizioni, può domandare che siano dichiarati inefficaci nei suoi confronti gli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore rechi pregiudizio alle sue ragioni.
La causa era fondata su molti elementi indiziari, ma tutti univoci, diretti a dimostrare il carattere gratuito del trasferimento immobiliare e comunque la conoscenza del debito e del danno arrecato ai creditori da parte della moglie dell’ex socio debitore e del debitore medesimo.
Nel corso del processo, la controparte, valutati i rischi cui andava incontro, offriva di saldare integralmente il debito purché la causa venisse abbandonata.
La mia cliente quindi otteneva un ottimo risultato.
Contro il debitore che si libera dei beni e diventa nullatenente, quindi, qualche rimedio c’è, ma non bisogna perdere tempo.